Come creare un business che ruota attorno ai contenuti

Vuoi trovare nuovi clienti?

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Oggi è possibile per chiunque dare vita a un’attività semplicemente imparando a utilizzare i social media che abbiamo a disposizione e creando contenuti di qualità.

Viviamo in un’epoca d’oro per chiunque abbia un’idea imprenditoriale che voglia sviluppare, oppure sia appassionato di un argomento e voglia vivere di questo, esattamente come feci io dando vita alla community di Missione Avventura e organizzando decine di corsi di sopravvivenza e avventure.

Praticamente, grazie ai diversi media come Instagram, TikTok, YouTube, ecc., abbiamo tutti la possibilità di attirare un pubblico creando gratuitamente contenuti, per poi riuscire a monetizzare attraverso la vendita di prodotti, servizi o, in alcuni casi, in cambio di visibilità stringendo collaborazioni con qualche brand.

Esistono fondamentalmente due soli modi per creare un’attività basata sui contenuti:

  1. Creare prima un prodotto o servizio e poi creare contenuti che ruotano attorno ad esso per generare vendite.
  2. Creare prima una community attorno a un argomento e poi capire qual è il miglior prodotto da creare e vendere.

 

Creare prima un prodotto o servizio per poi venderlo attraverso la creazione di contenuti

Questo è un approccio molto utile per tutti coloro che vogliono cercare di monetizzare fin da subito ed è perfetto, ad esempio, per i professionisti che vogliono promuovere la propria attività.

Ad esempio, se sono un Trainer e voglio monetizzare fin da subito, dovrò preparare i miei pacchetti di coaching online e cominciare a creare contenuti che attirano le persone che intendo allenare, per poi indirizzarle verso il mio servizio. In questo caso, la tendenza e l’errore che fanno molti è quello di puntare troppo velocemente alla vendita del proprio prodotto o servizio e poco alla costruzione di una community.

Anche se è controintuitivo, più cerchiamo di vendere e meno vendiamo.

D’altro canto, è vero anche l’opposto e quindi molte persone hanno addirittura paura di vendere, quindi si ritrovano con migliaia o decine di migliaia di follower ma pochissimi clienti. Il consiglio in questo caso è di creare un 80% di contenuti che non sono direttamente proiettati alla promozione del tuo servizio e il restante 20% sì.

Tuttavia, quel 20% non dovrà mai somigliare a un annuncio pubblicitario, ma dovrà parlare della trasformazione che il tuo prodotto o servizio è in grado di portare alle persone. Ricordati che il tuo prodotto o servizio serve a dare una trasformazione alla persona che lo compra. Se compro un Rolex, non sto comprando solo un orologio, sto comprando come mi fa sentire avere un Rolex al polso.

Se compro un iPhone, non sto comprando solo un telefono, sto comprando tutte le sensazioni che il brand Apple riesce a trasmettere con il suo brand, ovvero esclusività, produttività ed efficienza. Se, ad esempio, sei un trainer o uno psicologo o un consulente qualsiasi, le persone non comprano il tuo tempo, ma comprano la trasformazione che sei in grado di portare loro.

Quindi i contenuti più prettamente “promozionali”, ad esempio, sono i casi studio, quindi se hai delle recensioni di clienti soddisfatti, pubblicali. Se puoi, non limitarti a una recensione scritta, organizza una video intervista in cui il tuo cliente racconta sin dall’inizio il processo di lavoro, in modo tale che un potenziale cliente possa avere maggiore consapevolezza di cosa significa lavorare con te. In generale, dovresti semplicemente mostrare il tuo lavoro. Ogni tanto mostra il tuo lavoro e il risultato finale del tuo lavoro.

 

Creare prima una community attorno a un argomento e poi capire qual è il miglior prodotto da creare e vendere

La seconda opzione per creare un’attività basata sui contenuti consiste nel creare prima una community attorno a un argomento di cui sei competente o appassionato, per poi decidere quale forma di monetizzazione adottare. Ti consiglio, a tal proposito, il libro Content Business” di Joe Pulizzi, un libro che ho trovato davvero super interessante.

Sono personalmente un grande fan di questo approccio, però purtroppo non è applicabile a chiunque. Le uniche persone che possono permettersi di creare contenuti senza scopo di lucro, per poi monetizzare in seguito, sono solo gli studenti che vivono ancora dai genitori e quindi non hanno reali spese, oppure tutti coloro che hanno già un lavoro ma vogliono crearsi una seconda entrata extra che in futuro possa anche diventare primaria.

Questo modello prevede quindi la creazione di contenuti e la crescita, specialmente organica, di un pubblico appassionato dello stesso argomento.

Le forme di monetizzazione possono essere infinite e nella grande maggioranza dei casi sarà proprio la community stessa che suggerirà un prodotto o un servizio da acquistare. In generale, però, il bello di questo modello è che una volta che hai un pubblico che ti ascolta, puoi vendere qualsiasi cosa e sicuramente una grossa fetta di questo pubblico la acquisterà. Inoltre, pubblicare contenuti senza scopo di lucro ti rende molto vicino al tuo pubblico e ti permette di essere genuino al 100%. In alcuni rari casi, però, si potrebbe comunque generare una piccola entrata, anche se effettivamente non si sta ancora vendendo nessun prodotto o servizio.

È il caso, ad esempio, delle affiliazioni che permettono di generare entrate da contenuti come articoli, post o video su YouTube. Un rapido promemoria: per chi non conoscesse il mondo delle affiliazioni, significa che se un mio contenuto parla di un determinato prodotto o servizio e qualcuno lo acquista tramite il mio link affiliato, io percepisco una commissione.

Per esempio, sul blog di Missione Avventura parlo spesso di equipaggiamenti e tramite il programma di affiliazione di Amazon, se un utente legge la mia recensione e poi acquista il prodotto, Amazon mi conferisce una piccola commissione.

Idem su questo canale, in cui parlo di marketing digitale: mi capita di parlare di alcuni software che io stesso utilizzo e li linko nella descrizione. Se qualcuno li acquista, percepisco una commissione, che per i prodotti digitali è spesso molto più alta rispetto a quella di Amazon.

Oltre alle affiliazioni, ci sono le forme di monetizzazione offerte dalle piattaforme stesse, prima fra tutte YouTube, che comincia a pagarti una cifra x ogni mille visualizzazioni dei tuoi video. YouTube ad oggi è senza dubbio la piattaforma che paga di più, considerando che i canali legati al mondo del business e della finanza possono raggiungere un RPM (Revenue per Mille) di 15€, ovvero ogni 1000 visualizzazioni si ricevono 15€. Anche TikTok paga i creator, ma nonostante abbia fatto video con 3 milioni di visualizzazioni, i ricavi sono miseri. Una piattaforma che invece ti permette di monetizzare fin da subito i tuoi contenuti è il Podcast, ma anche qui i ricavi all’inizio saranno molto bassi e dovrai trovare modi intelligenti per promuovere il tuo Podcast e farlo conoscere al maggior numero possibile di persone. I Podcast sono in fortissima crescita e ancora non c’è una competizione spietata, quindi se ti piace l’idea di creare una tua sorta di “radio personale”, ti consiglio di crearne uno.

In generale, le forme di monetizzazione che provengono direttamente dalle piattaforme si basano sui grandi numeri, ma possono comunque essere un modo per essere ricompensati mentre si costruisce la propria community.

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Simone Talamo

Simone Talamo

Consulente e formatore di Web Marketing. Con questo blog aiuto aziende e professionisti a migliorare il proprio business attraverso il web. Contattami se hai bisogno di me.

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